Peronospora della vite: sintomi, monitoraggio e strategie per affrontarla

 

La conosciamo, ma mai abbastanza.
Eccovi un piccolo ripasso sui fondamentali che riguardano Plasmopara viticola e qualche utile aggiornamento dal mondo della ricerca.

Foglie di vite con sintomi clorotici e necrotici di peronospora

In un periodo storico della viticoltura in cui nulla sembra essere costante, la peronospora è quasi una certezza.

Dopo due annate davvero difficili come la 2023 e la 2024 che in Italia, sia pure in modo diverso in areali viticoli differenti, hanno visto esplodere questa avversità, anche l’annata 2025 desta una certa preoccupazione.

Come agire?

“Estote parati”, diceva uno che la sapeva lunga. Ovvero, siate pronti.

Conoscere il nemico e le armi di cui disponiamo per combatterlo  – o meglio, gli attrezzi che possiamo mettere in cassetta – è la base su cui costruire strategie vincenti per il controllo di questa fitopatia.

 

Monitorare il vigneto alla ricerca di sintomi di peronospora

La tabella qui sotto riportata, tratta dal volume “Le avversità e il prontuario dei prodotti fitosanitari vite”, edito da Edagricole, riporta in modo chiaro i sintomi di peronospora sui diversi organi della pianta di vite.

Sintomi chiave per la diagnosi di peronospora

Che siate viticoltori o tecnici, conoscete molto probabilmente l’importanza di osservare i vigneti, sin dalle fasi del risveglio vegetativo, per monitorare l’eventuale insorgenza di sintomi precoci della malattia, ovvero le infezioni primarie di Plasmopara viticola.

Queste hanno origine dalle oospore che svernano nella lettiera di foglie e nel suolo e che raggiungono la vegetazione veicolate dagli schizzi di pioggia. L’inoculo per le infezioni secondarie è invece rappresentato da zoospore contenute in sporangi trasportati dal vento.

La ricerca ha ormai appurato che le infezioni primarie non si verificano solo in primavera ma si possono susseguire, anche in numero elevato, nel corso della stagione. Controllarle in precocemente è pertanto un fattore chiave della strategia di protezione.

Come effettuare il monitoraggio della peronospora della vite

L’osservazione diretta del vigneto è la via maestra.

La consultazione scrupolosa dei bollettini fitosanitari diramati dai Servizi regionali durante la stagione produttiva è parimenti fondamentale per ricevere indicazioni sulla diffusione e sulla pressione della malattia nel proprio areale.

I Sistemi di Supporto alle Decisioni (DSS), infine, sono un ulteriore strumento da mettere nella cassetta degli attrezzi. Basati su modelli previsionali, a loro volta alimentati da dati meteo storici (misurati da stazioni agrometorologiche) e previsionali (reperibili da service dedicati), consentono di prevedere con sufficiente anticipo l’insorgenza di un’infezione di peronospora e di intervenire con i trattamenti preventivi.

 

Difesa preventiva e curativa dalla peronospora della vite

Grappoli affetti da infezione di peronospora

Agire in via preventiva significa ottenere migliori risultati e, talora, ridurre il numero di trattamenti necessari. Ma sappiamo che a volte la situazione scappa di mano e che in tal caso l’unica via percorribile è rappresentata dai trattamenti curativi. Questo talora perché il monitoraggio non è stato abbastanza attento, ma in altri casi perché entrare in campo per trattare è difficile, quando non proibitivo, in presenza di pioggia insistente. Le ultime annate ci hanno insegnato molto da questo punto di vista.

La situazione risulta ancor più difficile da gestire in viticoltura biologica, dove il controllo della peronospora si effettua principalmente con prodotti rameici di copertura, dalla persistenza limitata nel tempo.

La prevenzione della peronospora si basa in larga misura su scelte agronomiche oculate che ormai, potremmo dire, sono imprescindibili ovunque e che riguardano in particolar modo la gestione della chioma per favorire l’aerazione della vegetazione e del grappolo. Oggi infatti i cambiamenti climatici, e in particolare la distribuzione anomala delle precipitazioni, stanno rendendo ardua la protezione del vigneto dalle malattie fungine anche in areali un tempo considerati meno rischiosi. Ricordate cosa è accaduto in Puglia nell’annata 2023? Le perdite produttive in talune zone hanno raggiunto anche punte dell’80%.

 

Volete saperne di più sugli effetti del cambiamento climatico in viticoltura?
Sentite cosa racconta Gabriele Cola (Università di Milano)
nel nostro podcast Fatti di Terra:
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Come impostare la protezione da peronospora?

Le sostanze attive autorizzate dall’Unione Europea per il controllo della peronospora sono numerose e distinguibili tra loro per la modalità di azione.

A indirizzarci nella scelta del prodotto più adatto dovranno essere considerazioni strategiche e operative, come ben schematizzato nel percorso in cinque punti proposto in questo articolo a firma di Tito Caffi, Vittorio Rossi e Sara Elisabetta Legler (università Cattolica S.C., Piacenza):

  1. In quale fase fenologica si trova il vigneto?
  2. Che tipo di attività fungicida è necessaria
  3. Occorre intervenire contro altri patogeni?
  4. Quali sono le condizioni ambientali previste durante/dopo il trattamento?
  5. Vi sono problematiche di resistenza ai fungicidi?
E voi, che percorso logico adottate per pianificare la vostra strategia di protezione dalla peronospora?

A proposito di resistenze

L’uso scorretto dei prodotti fitosanitari – per esempio l’applicazione continuativa nel tempo della stessa sostanza attiva o di sostanze attive con la stessa modalità di azione o ancora con modalità di azione simili – incrementa il rischio di insorgenza dei temuti fenomeni di resistenza, che rendono una molecola (o gruppi di molecole) meno o per nulla efficace.

Questo accade quando nell’organismo bersaglio, continuamente “stimolato” a trovare il modo di sopravvivere ai trattamenti, avviene una selezione “del più forte”, da cui derivano ceppi resistenti.

Anche le resistenze devono essere monitorate, per ridurre al minimo il rischio di vedere le sostanze attive perdere di efficacia. Questo chiaramente complica ulteriormente la difesa delle piante coltivate.

A tal proposito, recentemente Silvia Laura Toffolatti dell’Università degli studi di Milano ha pubblicato i risultati di un’indagine triennale (2021-2023) sulla sensibilità alla sostanza attiva cyazofamid di 42 popolazioni di P. viticola provenienti da 37 vigneti situati principalmente in Nord Italia. Fortunatamente ne è emerso che le popolazioni di peronospora mostrano ancora un elevato livello di sensibilità a cyazofamid.

Ma non sempre i risultati sono così confortanti, la storia insegna.

Sta a noi utilizzare al meglio gli attrezzi della nostra cassetta.

 

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