Pomodoro: partire bene per proseguire meglio

Tra aprile e maggio si esegue la maggior parte dei trapianti di pomodoro in pieno campo, essendo questa modalità di avvio del ciclo colturale ormai predominante rispetto alla semina diretta.

Nel 2022 l’Italia ha investito a pomodoro circa 90.000 ettari, di cui circa 65.000 a pomodoro da industria e la rimanente quota (suddivisa tra pieno campo e serra) a pomodoro da mensa. Nonostante alcune tensioni sui prezzi che hanno caratterizzato le ultime annate, il pomodoro rimane per il nostro Paese una coltura di primaria importanza, tanto che per la produzione di quello da industria ci collochiamo al terzo posto nella classifica mondiale dei produttori, dopo California e Cina.

Originario del Sud America, il pomodoro è coltura che ama climi caldo-temperati, e per questo motivo in pieno campo si coltiva tra la primavera e l’estate. In caso di trapianto, il ciclo colturale dura circa 100-120 giorni, nel corso dei quali occorre porre particolare attenzione, oltre che alla protezione da malattie e parassiti, al soddisfacimento delle esigenze idriche e nutrizionali della pianta, soprattutto in presenza di condizioni ambientali non ottimali, onde evitare di incorrere in fisiopatie piuttosto frequenti, come:

• la cascola fiorale o la scarsa allegagione, che possono dipendere da errata concimazione azotata ma soprattutto da temperature troppo elevate o troppo basse durante le fioriture (il range ottimale sta indicativamente tra 18 e 27°C);
• il marciume apicale dei frutti, legato a scarso deposito di Calcio nella parte distale delle bacche, non tanto per effettiva indisponibilità dell’elemento nel terreno, quanto per la sua insufficiente traslocazione verso l’apice del frutto, più probabile in caso di elevate temperature e stress idrico;
• il cracking dei frutti, frequente in casi di improvvisa disponibilità idrica dopo prolungati periodi di siccità e che determina danni tanto maggiori quanto minore è l’elasticità della buccia;
• maturazioni e colorazioni disformi, che si possono esprimere in vari modi ma sono tendenzialmente legate alla concomitanza tra umidità relativa elevata e intensità radiativa scarsa.

Obiettivo primario, dunque, è porre fin da subito la pianta nelle migliori condizioni per sviluppare un numero sufficiente di palchi fiorali (sia in caso di crescita indeterminata che in caso di crescita determinata), favorendo poi fecondazione e allegagione e successivamente uno sviluppo adeguato dei frutti, in termini di calibro, colorazione e composizione adeguata delle bacche, con particolare riferimento al °Brix.

Diachem, propone soluzioni efficaci per sostenere lo sviluppo vegetativo e la produzione del pomodoro da mensa e da industria.

ATONIK di Diachem S.p.A., è un fitoregolatore a base dei 3 nitrofenoli 5 nitroguaiacolato di sodio, ortonitrofenolato e paranitrofenolato di sodio. Prodotto innovativo, frutto della ricerca giapponese e registrato in Italia nel 2020, ATONIK presenta un meccanismo d’azione multiplo, grazie al quale:

• è in grado di stimolare l’attività enzimatica e lo streaming citoplasmatico, che comporta un maggior trasporto di elementi nutritivi tra le cellule e quindi una maggior traslocazione di nutrienti, con conseguente maggior produzione di clorofilla e zuccheri e, in ultima analisi, miglioramento dei parametri qualitativi del frutto;

• migliora l’allegagione, in quanto si ha maggior efficienza nella germinazione del polline e nella formazione del tubetto pollinico, oltre a un miglior sviluppo dello stigma; questo favorisce impollinazione e allegagione, con conseguente riduzione della cascola dei fiori e anticipazione della raccolta;
• inibisce l’enzima indol-ossidasi, portando a un aumento della concentrazione di auxine naturali nella pianta, che ne favoriscono la crescita e la sintesi di lignina, rendendo le piante trattate più resistenti agli stress abiotici (siccità, alte/basse temperature, salinità, stress da trapianto);
• riduce la presenza di nitrati nelle piante trattate, grazie all’azione regolatrice sulla nitrato-riduttasi.

AZN è un concime minerale semplice in formulazione liquida per applicazioni fogliari, contenente sali misti potassici e Zinco. La speciale formulazione garantisce un’elevata disponibilità degli elementi e la loro pronta assimilazione nei tessuti vegetali, per una rapida correzione delle carenze. Nel pomodoro il Potassio è importante durante tutto il ciclo produttivo, in quanto coinvolto nel mantenimento di uno stato idrico adeguato della pianta. Ma è anche fondamentale per la sintesi di zuccheri e di pigmenti. Lo Zinco agisce invece positivamente sia sull’allungamento degli internodi che sulla produzione di infiorescenze. AZN migliora le caratteristiche quali-quantitative delle produzioni e migliora lo stato fisiologico della pianta, inducendo maggiore resistenza agli stress.

Il fertilizzante integrato ZIP, consentito in agricoltura biologica, è un formulato specifico per applicazioni radicali, inoculato con funghi micorrizici e microrganismi antagonisti dei patogeni della rizosfera (Bacillus subtilis e Bacillus amyloliquefaciens). L’azione di ZIP è triplice: bio-stimolante, in quanto aumenta la produttività delle colture grazie alla produzione di metaboliti secondari e ormoni naturali; bio-nutrizionale, in quanto le micorrize garantiscono un maggior sviluppo radicale e incrementano l’assorbimento di nutrienti come azoto, potassio e magnesio e di quelli poco disponibili nel suolo, come fosforo, zinco e boro, favorendone la solubilizzazione; bio-competitiva, in quanto B. subtilis e B. amyloliquefaciens creano un ambiente sfavorevole allo sviluppo di microrganismi patogeni presenti nella rizosfera (Pythium spp., Fusarium spp., Sclerotinia spp., Rizoctonia spp. e Verticillium spp.). L’insieme di queste azioni permette di aumentare l’accrescimento vegetativo e radicale della coltura, nonché la sua capacità di reagire agli stress ambientali, influenzandone positivamente gli aspetti produttivi (resa, precocità).